Sabato sera con un po' di amici sono stato in campeggio a Waimanalo (in quell'area c'e' anche la villa di Magnum PI ;) per la precisione a Bellows.
Il posto e' davvero in mezzo alla natura: i campeggi non sono privati come in Italia, non ci sono chioschi o negozi, solo i servizi igenici e si puo' campeggiare abbastanza liberamente (occorre prenotarsi). Nonostante questo l'area e' mantenuta molto bene: penso che in Italia, con l'immondizia e gli atti di vandalismo non sarebbe durata piu' di una settimana.
La spiaggia e' molto bella: sabbia finissima e acqua bassa cristallina. Noi eravamo in quattro: io, Krystian (Polonia), Angel (Spagna) e Lampros (Grecia), un gruppo tutto europeo :). Siamo arrivati la sera e dopo aver piazzato la tenda nella pineta ci siamo sdraiati in spiaggia con una birra e un po' di stuzzichini al chiaro di luna con solo il rumore delle onde a fare da sottofondo.
Un'atmosfera davvero rilassante al contrario del caos e dei grattacieli di Honolulu. Le foto pensa che rendano bene l'idea della pace che si poteva respirare in quel posto soprattutto la mattina al risveglio.












Dopo la 30 kilometri, ho ridimensionato le mie aspettative di corsa e lunedi', in occasione della festivita' nazionale President Day, ho partecipato con Giacomo all' Aloha Run (nel link potete trovare anche i risultati).
Questa corsa e' un evento davvero molto popolare a cui partecipano tutti: non solo gente allenata ma anche bambini, anziani e intere famiglie.
Si parte dall'Aloha Tower che si trova in centro e si arriva all'Aloha Stadium (da qui il nome Aloha run :) percorrendo in totale 13.11 km. Ci ho impiegato 1h11m classificandomi 1272-esimo su un totale di piu' di 21 mila partecipanti a detta dei giornali: non ho mai visto cosi' tanta gente ad una corsa. Vi dico solo che dato lo start siamo partiti piu' di 10 minuiti dopo tanta era la gente davanti a noi e durante tutto il percorso non abbiamo fatto altro che sorpassare gente senza mai trovate la strada libera nemmeno in prossimita' dello stadio.
Da notare che in centro ci siamo arrivati in bici, abbiamo poi fatto la corsa e un autobus ci ha riportato in centro dove poi abbiamo ripreso le bici per tornare a casa: poi per rinfrescarmi sono anche andato a fare una nuotata, quindi si puo' dire che ho fatto un po' di triathlon ;)


Foto del mio numero che ho subito provveduto ad attaccare nel frigo ;)

Io e Giacomo a fine corsa

T-shirt di fine gara
Finalmente sono riuscito ad andare a Kaena Point, il punto piu' a ovest e anche piu' isolato di tutta l'isola di Oahu.
Non ci sono infatti strade o abitazioni in quella zona ma solo strutture militari (tanto per cambiare): arrivando dalla parte sud la strada finisce a circa 5 km dalla punta estrema. Da li parte una strada sterrata che a tratti si fa piu' stretta e accidentata ma in generale come percorso e' abbastanza semplice. Io l'ho fatto a piedi ma penso si possa percorrere facilmente anche in bici. L'unica difficolta' e' rappresentata dal caldo; la parte ovest delle isole hawaiiane e' sempre piu' arida e meno soggetta a precipitazioni rispetto alle altre zone per cui e' sempre molto caldo e durante il sentiero l'ombra scarseggia molto. Ad ogni modo basta essere riforniti d'acqua e creme solari e non ci sono problemi. L'escursione e' stata organizzata dall'universita' ma eravamo davvero in pochi: 7 compresa la guida.
Questa zona e' davvero tutto un altro mondo rispetto alle Hawaii che si possono vivere ad Honolulu e Waikiki. Qui la natura fa da padrona: onde che si infrangono su nere scogliere che nemmeno i piu' audaci surfisti cercano di cavalcare. L'assenza di predatori naturali favorisce la vita di numerose specie animali che solo qui e' possibile vedere. In lontananza abbiamo visto saltare e gli spruzzi di un paio di balene mentre proprio nella punta, dove le onde da nord si infrangono contro quelle da sud creando un suggestivo effetto di linee e colori, una comunita' di albatros ha deciso di vivere e anche un paio di foche monaco si rilassano sulla spiaggia (vedi foto). La natura incontaminata, la pace e l'isolamento hanno ispirato nel tempo molte leggende e storie che hanno reso questo posto ancora piu' suggestivo.
A me ha colpito molto: non so se le foto riescano a rendere l'idea ma ora capisco ancora di piu' perche' tanta gente decide di abbandonare tutto per vivere in queste terre paradisiache: Honolulu e' Stati Uniti ma qui si che si respirano le vere Hawaii.
Buona visione.























Da temporaneo residente negli Stati Uniti, mi sembra doveroso un breve commento all'ultimo Superbowl del 3 febbraio.
Premetto che non sono un super patito degli sport americani, per cui non conoscevo nemmeno un giocatore ne' dei Giants ne' dei Patriots ma in ogni caso mi piacciono gli sport di squadra in genere e poi come per il thanksgiving anche per il Superbowl vale la regola: "non si puo' trascorrere questa giornata da soli".
Il Superbowl e' davvero un evento molto atteso al pari della nostra finale di coppa del mondo di calcio e devo dire che gli americani per quanto riguarda organizzazione e spettacolo sono davvero i numeri 1.
La partita l'ho vista nel maxi-schermo di Jon davanti ad una sacco di roba da mangiare ;) ma devo dire che non mi ha entusiasmato piu' di tanto: e' vero che fino all'ultimo il risultato e' stato incerto e i Giants hanno sorpreso tutti i pronostici vincendo all'ultimo minuto ma le azioni degne di nota sono state davvero poche. Era la prima volta che vedevo una partita dall'inizio alla fine e non so se il Superbowl e' un caso a se ma la partita davvero non finiva piu' e ci sono state una marea di pause. Vi dico solo che in teoria una partita di football americano e' composta da 4 tempi da 15 minuti ciascuno: be' questa e' iniziata all'1.30 ed e' finita alle 5.30, percio' non vi dico le pause pubblicitarie e i time-out che ci sono durante la partita!!
Non vorrei essere di parte ma secondo me la finale di coppa del mondo Italia-Francia quella si che e' stata una partita da infarto che ha tenuto col fiato sospeso dall'inizio alla fine: nel football ci sono una marea di pause mentre secondo me il calcio mostra piu' gioco e necessita di una preparazione fisica maggiore.
Comunque ripeto non me ne vogliano gli appassionati di sport americani, questa e' una mia personale opinione da italiano fedele alla tradizione calcistica del proprio paese :)
Anche qui alle Hawaii si festeggia Martedi Grasso o meglio Mardi Crass.
Non e' il carnevale di Rio o quello di Venezia ma una versione in scala molto ridotta: a Chinatown la vie principali erano chiuse, ci sono molti stand gastronomici e un paio di palchi con musica dal vivo. La gente mascherata era davvero poca: solo alcuni ragazzi si erano vestiti insieme ad una decina di ballerine brasiliane e uomini vestiti da ballerine brasiliane ;)
La tradizione poi vuole che per questa occasione i ragazzi vadano in giro con molte collane (naturalmente di plastica, venivano distribuite all'interno di quella zona) e se le ragazze le vogliono devono alzare la maglietta senza naturalmente avere niente sotto ;) Non so se fosse stato a causa della pioggia ma di ragazze "tradizionaliste" ne ho viste solo due e non vi dico l'ammasso di gente intorno quando hanno dato spettacolo: io ho provato a fare un po' di foto per i miei lettori ;) ma purtroppo vi dovete accontentare della settima foto, comunque anche le ballerine in stile brasiliano meritavano ;) (vedi ottava foto).
La serata e' finita presto (verso le 10 hanno staccato la musica e tolto i vari stand) comunque anche se in stile molto ridotto e' stato un modo simpatico di festeggiare il carnevale.
















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